(Translated by Google) The church of S. Pietro Apostolo is included in the municipal cemetery of Quartu Sant'Elena. The site matches
to the ancient Quarto suso, a short distance from a Roman bridge along the road from Carales to Ferraria. The title
“sancti Petri de Pont” was donated to the abbey of St. Victor of Marseille in 1119 on the occasion of
consecration of the priory church of S. Saturno of Cagliari and is cited among the Victorine possessions until 1338.
ornamental repertoire of the building indicates its reconstruction by active late Romanesque workers
in the Giudicato of Cagliari in the last quarter of the 13th century. The single-nave hall, with apse to the south-east, is
marked by diaphragm arches of Gothic-Catalan technique and era. Inside, the left shutter of the arch
the apse is marked by a large capital with a schematic and geometrised acanthus leaf. The factory
Late Romanesque style, its façade is made of medium-sized limestone and sandstone ashlars, like the arches of the
sides, the rest in mixed stone. The facade raises the bell tower, with an ogival light wedged between
the arches. From the terminals a smooth facing descends, with corner pilasters and "bellows" pilasters, to mark
three mirrors delimited by the arching and the plinth; in the middle one, which is wider, there is a mullioned window
axis with the portal now arched, but originally architraved and equipped with a raised relief arch. In everyone
the mirrors are woven rows of ashlars with numerous accommodations for ceramic basins, mostly lost; others
accommodation is distributed in the arch of the portal and between the corbels of the arches, variously decorated with motifs
geometric phyto-zoo-anthropomorphic. On the facade and sides, the corbels are characteristically elongated and the
bows have double or triple ogival or semicircular ring nut, serrated or open at the apex with a small
lobe that tends to close into a ring. In some lunettes of the southern side a taurine protome juts out, in
others a small hand holding out the Greek cross; several accommodations still host the original basins
ceramics.
(Original)
La chiesa di S. Pietro apostolo è compresa nel cimitero comunale di Quartu Sant’Elena. Il sito corrisponde
all’antico Quarto suso, a breve distanza da un ponte romano lungo la strada da Carales a Ferraria. Il titolo
“sancti Petri de Pont” fu donato all’abbazia di S. Vittore di Marsiglia nel 1119 in occasione della
consacrazione della chiesa priorale di S. Saturno di Cagliari ed è citato fra i possessi vittorini fino al 1338. Il
repertorio ornamentale dell’edificio ne indica la ricostruzione a opera delle maestranze tardoromaniche attive
nel giudicato di Cagliari nell’ultimo quarto del XIII secolo. L’aula mononavata, con abside a sudest, è
scandita da archi-diaframma di tecnica ed epoca gotico-catalana. All’interno, l’imposta sinistra dell’arco
absidale è segnata da un largo capitello con foglia d’acanto di resa schematica e geometrizzata. La fabbrica
tardoromanica ha facciata in conci di calcare e arenaria di media pezzatura, come le archeggiature dei
fianchi, per il resto in pietrame misto. La facciata innalza il campanile a vela, con luce ogivale incuneata fra
gli archetti. Dai terminali un paramento liscio scende, con paraste d’angolo e lesene a “soffietto”, a segnare
tre specchi delimitati dall’archeggiatura e dallo zoccolo; in quello mediano, più largo, si apre una bifora in
asse con il portale ora centinato, ma in origine architravato e dotato di arco di scarico sopraccigliato. In tutti
gli specchi sono tessuti filari di conci con numerosi alloggi per bacini ceramici in massima parte perduti; altri
alloggi si distribuiscono nella centina del portale e fra i peducci degli archetti, variamente decorati con motivi
geometrici fito-zoo-antropomorfi. Nella facciata e nei fianchi, i peducci sono caratteristicamente allungati e gli
archetti hanno doppia o tripla ghiera ogivale o semicircolare, seghettata o aperta all’apice con un piccolo
lobo che tende a chiudersi ad anello. In alcune lunette del fianco meridionale aggetta una protome taurina, in
altre una piccola mano che ostende la croce greca; diversi alloggi ancora ospitano gli originari bacini
ceramici.