(Translated by Google) The Sanctuary of the Madonna delle Grazie is located about 1 km from the castle of Rasiglia, near the bed of the Terminara ditch, a tributary of the Menotre, alongside the Sellanese State Road 319.
The name Terminara indicates the border between the dioceses of Foligno and Spoleto.
Actually, the sanctuary, being on the right bank, is in the municipality of Foligno, but in the diocese of Spoleto, in the word Paragonne.
According to the inhabitants of Rasiglia, a statue of the Madonna was miraculously discovered in the ditch and they wanted to build a church in the place of discovery, but the inhabitants of Verchiano, whose parish the area falls in, opposed it.
The same people stole the simulacrum, which, however, was found on the bridge the next day.
Again the inhabitants of Verchiano took the simulacrum back and loaded it onto a wagon laced with two cows; despite the lashes, these refused to move the sacred image; which was considered a sign of divine will and therefore those of Verchiano allowed the inhabitants of Rasiglia to build a church for that simulacrum.
The Virgin was generous and bestowed many celestial favors throughout the centuries, hence the name Santa Maria delle Grazie.
Historical hypotheses tell us that the choice of location of the planned church of the Madonna delle Grazie may also have been determined by the pre-existence of a defense outpost, a small temple or a majesty.
In 1450 Don Bartolomeo, parish priest of Rasiglia, on behalf of the entire population, asked Antonio Bolognini, Bishop of Foligno, for authorization to build a church dedicated to Santa Maria delle Grazie.
The foundation privilege, issued by the bishop of Foligno on 15 August 1450, is preserved in the notarial archive of Foligno.
The site soon became a destination for pilgrimages "pro remedio animae et pro remissione sintorum" testifying to a popularity that increased with the passing of the years and the succession of miracles.
Following these events the title changed from "Madonna della Misericordia" to "Madonna delle Grazie".
The place where the Sanctuary stands has all the characteristics of a sanctuary linked to the myth of the cave and water that accompany the devotee to purification, perhaps a reminder of a pre-existing pre-Christian place of worship.
The cave under the bridge where the statue of the Madonna was allegedly found is still called the "Sepulchre" by the locals and its water is attributed with therapeutic properties.
The sanctuary has taken on different meanings for the populations of the valley from time to time: protection from cholera, drought, war and limbo, as evidenced by the numerous votive frescoes that cover almost the entire walls of the church.
The building was maintained, according to a pastoral visit in 1616, by lay people who, without a rule and without having received any investiture, wore the hermit's habit.
Only at the end of the 17th century was the presence of "hermit-guardians" officially recognized and a custom that had persisted for at least two centuries and which continues to the present day was regulated, despite the fact that, in practical management, it has been replaced by a male anchorite to a female hermit.
To date, by agreement, the sanctuary is managed by the diocese of Foligno through the parish of Rasiglia, although it belongs to the parish of Verchiano.
Among the institutionalized pilgrimages, we must remember that of the community of Roviglieto, linked to a temporary resurrection of a stillborn child to avoid the ignominy of limbo, the pilgrimage of the community of Scopoli, for having escaped cholera, that of Volperino, for rain obtained and that of Casenove for having escaped reprisal during the Second World War.
(Original)
Il Santuario della Madonna delle Grazie sorge a circa 1 km dal castello di Rasiglia, presso il greto del fosso di Terminara, affluente del Menotre, a fianco della Strada Statale 319 Sellanese.
Il nome Terminara indica il confine tra le diocesi di Foligno e di Spoleto.
Propriamente il santuario stando sulla riva destra, è in comune di Foligno, ma in diocesi di Spoleto, in vocabolo Paragonne.
Secondo gli abitanti di Rasiglia sarebbe stata scoperta miracolosamente una statua della Madonna proprio nel fosso e vollero costruire una chiesa nel luogo del ritrovamento, ma si opposero gli abitanti di Verchiano nella cui parrocchia ricade la zona.
Gli stessi trafugarono il simulacro, che, però, l’indomani fu ritrovato sul ponte.
Di nuovo gli abitanti di Verchiano ripresero il simulacro e lo caricarono su un carro trinato da due vacche; queste nonostante le sferzate, si rifiutarono di traslare la sacra immagine; il che fu ritenuto segno di volontà divina e pertanto quelli di Verchiano permisero agli abitanti di Rasiglia di costruire una chiesa per quel simulacro.
La Vergine si mostrò generosa ed elargì molti favori celesti attraverso i secoli donde il nome di Santa Maria delle Grazie.
Le ipotesi storiche ci dicono che la scelta dell’ubicazione della progettata chiesa della Madonna delle Grazie possa essere stata determinata anche dalla preesistenza di un avamposto di difesa, un tempietto o una maestà.
Nel 1450 don Bartolomeo, parroco di Rasiglia, a nome di tutta la popolazione, chiese ad Antonio Bolognini, Vescovo di Foligno l’autorizzazione di erigere una chiesa intitolata a Santa Maria delle Grazie.
Il privilegio di fondazione, rilasciato dal vescovo di Foligno il 15 agosto 1450, è conservato nell’archivio notarile di Foligno.
Il sito divenne ben presto meta di pellegrinaggi “pro remedio animae et pro remissione peccatorum” a testimonianza di una popolarità che aumentava con il passare degli anni e il succedersi dei miracoli.
In seguito a tali eventi mutò la titolazione da “Madonna della Misericordia” a “Madonna delle Grazie“.
Il luogo dove sorge il Santuario ha tutte le caratteristiche di un santuario legato al mito della grotta e dell’acqua che accompagnano il devoto alla purificazione, forse ricordo di un preesistente luogo di culto precristiano.
La grotta sotto il ponte dove sarebbe stata trovata la statua della Madonna è ancor oggi chiamata dagli abitanti del posto “Sepolcro” e alla sua acqua sono attribuite proprietà terapeutiche.
Il santuario ha assunto per le popolazioni della valle significati di volta in volta diversi: salvaguardia dal colera, dalla siccità, dalla guerra e dal limbo, come testimoniato dai numerosi affreschi ex voto che tappezzano quasi per intero le pareti della chiesa.
L’edificio era mantenuto, a quanto narra una visita pastorale del 1616, da laici che, senza una regola e senza aver ricevuto alcuna investitura, indossavano l’abito eremitico.
Solo alla fine del XVII secolo la presenza di “eremiti-custodi” venne riconosciuta ufficialmente e fu così regolamentata una consuetudine che perdurava da almeno due secoli e che continua fino ai giorni nostri, nonostante si sia passati, nella gestione pratica, da un anacoreta maschio a un’eremita donna.
Il santuario ad oggi, per accordo, è gestito dalla diocesi di Foligno attraverso la parrocchia di Rasiglia, pur appartenendo alla parrocchia di Verchiano.
Tra i pellegrinaggi istituzionalizzati, vanno ricordati quello della comunità di Roviglieto, legato a una resurrezione temporanea di un bambino nato-morto onde evitargli l’ignominia del limbo, il pellegrinaggio della comunità di Scopoli, per colera scampato, quello di Volperino, per pioggia ottenuta e quello di Casenove per aver scampato una rappresaglia durante il secondo conflitto mondiale.